Larole

L’ art. Gli, le. L’ombrelli. [audio] - L’idee. [audio]

Labbrata [audio] , s. f. Ceffone, manata.

Laberinto [audio] , s. m. Labirinto.

La bodda per ’un chiede ’un ebbe ’oda [audio] (coda)! loc. Chi vuole qualcosa lo deve chiedere!

Lacca, s. f. Colpo, botta. Certe lacche ni dette! [audio]

Lacca, s. f. Somma di denaro. N’è toccato ’na bella lacca! [audio]

La febbre der ciuo, loc. Malanno inventato. Lo sai ’os’ hai te? La febbre der ciuo! [audio]

Lagna, s. f. Piagnisteo, lamento. O, ma se’ (sei) ’na lagna, eh! [audio]

Lagna ’ontinua, loc. Piagnisteo, lamento. O, ma se’ (sei) ’na lagna ’ontinua, eh! [audio]

Lallo [audio] , s. m. Cavallo, nel linguaggio infantile.

Le Lame [audio] , lu. Località sulla via per Cenaia dopo il bivio per Siberia. Il nome indica l’esistenza di un’ antica palude (lama = pantano, acquitrinio, zona coperta da acque).

La mia, loc. Rimprovero. Andai a casa; e ce l’ebbi la mia! Avrà urlato mi mà quando mi vide! [audio]

Lampotta [audio] , v. intr. (ind. pres.) Lampeggia. Voce scherzosa e maliziosa.

La neve viene dalla Corsïa [audio] (Corsica), loc. Nevica quando la neve viene da ovest.

Languorino [audio] , s. m. Leggero disturbo di stomaco dovuto alla fame.

La paura, art. + s. f. Entità vaga e indistinta che si pensava abitasse in certi luoghi solitari. Di lì ’un (non) ci passo perché c’è la paura! [audio]

Lape, s. f. Ape. L’ha’ (hai) visto quello sciame di lapi? [audio] Nell’estate torrida del 2003 tutti i giorni trovavo sul bordo del sottovaso usato come abbeveratoio per i gatti una diecina o più api, che venivano a rifornirsi d’acqua fresca e pulita. Si vede che l’eccezionale caldo aveva asciugato completamente la terra! L’acqua normalmente usata era quella piovana attinta da una cisterna. Una volta finita anche l’acqua piovana cominciai a usare l’acqua dell’acquedotto, e a quel punto le api sparirono. Continuarono invece a venire le vespe.

Lapino [audio] , s. m. Coniglio selvatico. Cfr. il francese lapin.

Làpisse [audio] , s. m. Lapis.

Là poi! loc. Là, anche di più? A: Guarda ’uanti ce n’è di cicramini! [audio] B: Là poi! [audio]

L’arco è di fio (fico)! loc. Detto di cosa che si rompe facilmente come i rami del fico. Sta’ (stai) attento perché l’arco è di fio! [audio]

Lardaiolo [audio] , s. m. Fungo. Con questo nome si indica prevalentemente il Lardaiolo rosso (hygrophorus russula), più comune e che si trova a gruppi numerosi nei boschi di leccio, ma anche il Lardaiolo bianco, (hygrophorus penarius) che per il suo colore e consistenza simili al lardo gli ha dato il nome.

Lardo [audio] , s. m. Strutto.

Lari [audio] , lu. Comune confinante con Crespina.

Larigiano [audio] , s. m. Abitante di Lari.

Lascio, s. m. Libertà. N’ (gli) ho dato lascio! [audio]

La su’ (sua) morte, loc. Modo migliore per cucinare una pietanza. A: Questi ’ardoni (cardoni) li faccio fritti e po’ ner tegame ’o’ pomodori, va bene? [audio] B: Se (pr: sè) (= certo), è la su’ morte! [audio]

Latta [audio] , s. f. Lamiera stagnata, latta.

Lattime [audio] , s. m. Crosta lattea. Parola usata dal Boccaccio nel Decamerone, ottava giornata, novella nona: “Il maestro, la cui scienza non si stendeva forse più oltre che il medicare i fanciulli del lattime”.

Lattughini [audio] , s. m. pl. Valerianella. (valerianella olitoria).

Lavandino [audio] , s. m. Lavabo, lavandino.

Lavatoio [audio] , s. m. Luogo nel quale si lavano i panni.

Lavatoio [audio] , s. m. Tavola in legno sulla quale si lavano i panni.

Lavoria [audio] , lu. Località dopo Cenaia sulla via per Cascina.

Lavorone, s. m. Affare complicato. Io ci provo, ma è un lavorone. [audio]

Lazzerone [audio] , s. m. Lazzarone.

Le, art. Alle (prep. art.) In fondo le prode della vigna vecchia. [audio]

Leccapeore [audio] (Leccapecore), s. m. Fungo. (boletus ferrugineus, b. chrysenteron).

Leccata [audio] , s. f. Cunnilingus.

Lecceta [audio] , s. f. Lecceto.

Leccetina [audio] , s. f. Lecceto con piante giovani.

Leccino [audio] , s. m. Fungo. (boletus lepidus).

El (il) Leccio [audio] , lu. La salita che conduce a Lari, dopo Valdisonzi. Un detto molto conosciuto è: ’Un sia mai detto ’e ’r (il) Riccio (emblema di Crespina) monti ’l (il) Leccio! [audio] Cioè che il Comune vada a Lari.

Lee! [audio] inter. Il comando che il contadino usava per far fermare le mucche attaccate al carro e che ho sentito fino a non molto tempo fa e che ormai è perso per sempre. Era un suono lungo che sentivi veniva da lontano, forse fin dal tempo degli Etruschi, attraverso i secoli e tutto il Medioevo, e che pensavo non sarebbe finito mai. Ora invece è finito, come anche gli Etruschi, spariti nel nulla, se non fosse per qualche viso (penso in particolare al naso) che richiama le sembianze di quel popolo.

Lente [audio] , agg. Non stretto.

Lenzola, s. f. pl. Lenzuoli. L’ (le) ha’ (hai) ’ambiate le lenzola? [audio]

Lenzolo [audio] , s. m. Lenzuolo.

Lèrcio [audio] , agg. Più che sudicio, lercio.

Lesso, s. m. Carne cotta o comprata per cuocerla nell’acqua. Devi ’ndà da Giorgio a comprà mezzo ’ilo di lesso. [audio]

Lesto, agg. Pronto, finito. Se’ (sei) lesto? [audio] - ’Un se’ anco (ancora) lesta? [audio] - Samo lesti! [audio] (Ubaldo, il barbiere, alla fine del taglio dei capelli). - A: Son du’ mesi che ’un piove. E ’ominciano a risentinne anco l’arberi! [audio] B: Óh, io ho messo tre arbïocchini, e son bell’e lesti! [audio]

Lesto, agg. Svelto. Se’ lesto a fà le ’ose! Bravo! [audio]

Letïà (leticare), v. intr. Litigare. Si létia a tutto spiano! [audio]

Letïata [audio] , s. f. Leticata.

Levà, v. tr. Levare, togliere. Leva le mane di ’ostì [audio] (costì)!

Levà le penne maestre (= remiganti primarie), loc. Mettere a posto, dare una lezione. Come succede a una gallina quando gli levi le penne delle ali e non può più volare. Vedrai a Cascina te le levan’ le penne maestre! [audio]

Levà ’r fumo alle schiacciate [audio] , loc. Saper agire bene.

Levassi, v. rifl. Levarsi, alzarsi dal letto. O levati ’e (che) son le dieci! Ma ’un ti vergogni a stà a letto tutta la mattina con tutto ’uello (quello) ’e c’è da fa? [audio]

Levassi da tutti i cinquantacinque, loc. Eliminare un problema presente o un possibile problema futuro. A: E (i) giornali li posso portà? [audio] B: Per me si. [audio] A: Allora li porto e mi levo da tutti i cinquantacinque. [audio] - A: E va a piove! [audio] B: È capace di sì! [audio] A: Ora li levo e (i) panni e mi levo da tutti i cinquantacinque! [audio]

Levassi in cattiva [audio] , loc. Alzarsi di cattivo umore.

Levassi la sete cor presciutto, loc. Impuntarsi su una cosa che si conclude a proprio danno. A: Ho fame. [audio] B: Eh, sulla macchina c’è la schiacciata. [audio] A: ’Un credo che se sulla macchina c’è la schiacciata mi passi la fame! [audio] B: Eh si, a fà der bene a ciui Sant’Antonio se n’ebbe a permale! [audio] A: E io ’un la mangio! [audio] B: E allora la mangio io! Se ti vo’ levà la sete cor presciutto, a me mi va bene. [audio]

Lèvati di ’ulo (culo)! loc. Vattene! Lèvati di ’ulo! [audio]

Levato, agg. Escluso. Levate tre o quattro bottiglie, e poi tutte l’ (le) artre (altre) son’ da buttà! [audio]

Lezzo, s. m. Cattivo odore. Questa trippa sa di lezzo! [audio] Parola usata da Dante nell’Inferno, canto x, verso 136: “lasciammo il muro e gimmo inver’ lo mezzo per un sentier ch’a una valle fiede, che ’nfin là sù facea spiacer suo lezzo”.

Lezzone, s. m. Persona che si comporta male. Se’ (sei) un lezzone! [audio]

L’ho fatta la mia! [audio] , loc. Rammarico per aver fatto una cosa che si è rivelata sbagliata.

L’ho visto ’n bocca a un cane!, loc. Risposta ironica alla domanda se abbiamo visto una data persona. A: L’ha visto mi’ pà? [audio] B: Si, l’ho visto ’n bocca a un cane! [audio]

Li, art. Gli. Li storni ’ontinuavano a girà ma ’un ne volean sapé di buttassi! [audio]

Libbrino, s. m. Librino. Son’ venuto un mese fa e ho trovato du’ libbrini nella sezione loale. [audio]

Libbro [audio] , s. m. Libro.

Limà, v. tr. Assillare. Quello lì quando vole ’na ’osa ’ontinua e continua senza ma’ smette. Ti lima, e alla fine ti tocca cede! [audio]

Lima lima [audio] , loc. Gesto di scherno che viene fatto imitando il gesto della lima ottenuto sfregando più volte insieme i due diti indici e nello stesso momento dicendolo.

E (i) Limiti [audio] , lu. Località a metà strada tra Valdisonzi e la Montanina.

Lìnia [audio] , s. f. Linea.

Liniamenti [audio] , s. m. pl. Lineamenti.

Lisciva [audio] , s. f. Liscivia.

Lisese [audio] , s. f. Piccola mantellina in lana lavorata a maglia. Dal francese liseuse.

Liso [audio] , agg. Consumato.

L’istesso, pron. dim. Lo stesso. È l’istesso! [audio]

L’istesso ’e dillo ar muro, loc. Dire una cosa per niente. A dillo a te è l’istesso ’e dillo ar muro! [audio]

Loale [audio] , s. m./agg. Locale.

Locco [audio] , agg. Stupido.

Lòdola [audio] , s. f. Allodola.

Lògïa (logica), s. f. Persona noiosa. Che lògïa ’e sei! [audio]

Lògïo [audio] , agg. Logico.

Logorà, v. tr. Sfinire una persona chiedendo ripetutamente una cosa, logorare. E sai finché ’un ne (glie) l’hai ’omprato ’un ti dà pace, ti logora di ’ontinuo! [audio]

Loia [audio] , s. f. Sudicio untuoso.

Lombetto [audio] , s. m. Rene degli animali.

Lonze, s. f. pl. Reni. M’ha dato ’na botta nelle lonze ’e credeo di schiantà [audio] (schiantare = morire).

Loomotiva [audio] , s. f. Locomotiva.

Loro, pron. pers. pl. Essi. E si va noi; loro hanno detto ’e ’un vengano [audio] (vengono)! - E si va noi; loro hanno detto ’un vengano [audio] (vengono)!

Lotro, s. m. Acqua sudicia e motosa. Sembra lotro! [audio]

Lotro, s. m. Persona che mangia a crepapelle. Se’ (sei) un lotro! [audio] - Mammia ’e lotro! [audio]

Lu’, pron. Lui. Se (pr: sé), è ’nutile stà a maravigliassi, lu’ le ’ose le fa a quer mo’ [audio] . - Se lu’ ’n sortiva ’ome facevi a entracci? [audio]

Luccïà [audio] , v. intr. Luccicare.

Luccïoni (lucciconi), s. m. pl. Grosse lacrime. Ma lo sai, alla Miseriordia (Misericordia) c’è ’na foto d’ Arfio (Alfio), e quando la vedo mi vengano (vengono) e (i) luccïoni! [audio]

Luciaio [audio] , s. m. Letturista dell’Enel.

Lucìgnola [audio] , s. f. Luscengola, orbettino.

Lucìgnolo, s. m. Stoppino. Vado a preparà e (i) chioccioloni ’on l’ogliaccio e ’l (il) lucignolo per la pricissione di stasera. [audio]

Lucio [audio] , s. m. Tacchino.

Luerino [audio] , s. m. Lucherino.

Luicchio [audio] , s. m. Luì.

Lu’ lì me lo cicco! [audio] , loc. Lui lì me lo bevo! (Non ho problemi a trattarlo come si deve.)

Lumaa [audio] , s. f. Lumaca. Nella pratica corrente, e intendo da parte dei mass media, viene spesso usato il termine lumaca per indicare le chiocciole. È facile ricordare la differenza tenendo presente che le chiocciole hanno la casa mentre le lumache sono delle poveracce che non ce l’hanno!

Lumaone [audio] , s. m. Grossa lumaca. (Lumacone).

Lume, s. f. Lampada. Spengi ’l (il) lume. [audio]

Lume, s. f. Luce. Fammi lume ’un ci vedo! [audio]

Luminara [audio] , s. f. Luminaria.

Lungagnata [audio] , s. f. Discorso interminabile.

Lungherina [audio] , s. f. Longarina.

Lungherone [audio] , s. m. Giovincello un po’ alto.

La Lungoia [audio] , lu. Località sulla strada per Lari, sulla sinistra dopo il ponte della Crespina.

Lungo ’ome (come) la fame, loc. Molto lungo, alto. L’ (le) hostess? Son lunghe ’ome la fame! [audio]

Lupato [audio] , agg. Detto di albero malato all’interno. Il vocabolo assomiglia al latino lupus, italiano lupo, passato nel linguaggio medico ad indicare una malattia della pelle, vorace come un lupo. Voracità che si ritrova anche in un dialetto friulano nel nome della cuscuta, parassita che divora la pianta alla quale si attacca: (erba) lova, cioè lupa. D’altra parte il lupo, carnivoro che caccia in branco, quando riesce a catturare una preda, anche se esiste una precisa gerarchia all’interno del branco, deve mangiare in fretta e il più possibile. Il cane, parente del lupo, mangia velocemente. Il gatto, invece, carnivoro che caccia da solo, può mangiare con calma e senza furia, che tanto nessuno gli ruberà il cibo. In etrusco la parola lupu voleva dire morto e anche questo sembra indicare un contatto tra le parole, nel loro significato. Ho trovato il vocabolo lupato anche negli Statuti di Montaione riferito a una bestia malata. Nell’introduzione facevo riferimento all’unica volta nella quale ho sentito questo vocabolo, da un mio amico, il quale riferendosi ad un albero caduto, mi disse che era lupato dentro. A distanza di anni, allo stesso amico ho chiesto cosa voleva dire lupato. Mi ha parlato di una malattia degli ulivi, la lupa, che in pratica è un cancro interno alla pianta, ma non ricordava di avermi mai parlato di albero lupato. Mi ha fatto piacere trovare ultimamente nel Vocabolario senese del Cagliaritano la voce “lupa” descritta come malattia dell’olivo che ne fa marcire il tronco dall’interno. Il vocabolo quindi mi sembra ampiamente dimostrato che esista nel dialetto toscano e quindi legittimamente usato a Crespina come aggettivo, cioè che ha la lupa e riferito anche ad altri alberi oltre l’olivo che presentano gli stessi sintomi. Nel caso di specie era un olmo.

Lustignano [audio] , lu. Località tra Le Lame e Cenaia.

Lustrino [audio] , s. m. Operaio addetto a lustrare i mobili.

Lustro [audio] , agg. Lucido.

Lustro, agg. Messo male, cioè non proprio lucente! E sta’ lustro, se ti ’iappa! [audio]