Tarole
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Tabacchiera , s. f. Scatoletta di porcellana con i fusibili.
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Taccio, s. m. Riduzione. Son 300.000 lire. Si fa un taccio e ’un se ne parla più!
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Tafana, s. f. Larga apertura. Ma tu l’avessi (avesse) visto, con la tafana ’e si ritrovava, continuava a lottà co’ (con i) ’ani (cani) ’ome s’ ’un avesse gnente! (Riferito a un cinghiale colpito a un fianco).
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Tagana , s. f. Ampia tasca posta sul dietro della cacciatora per metterci la selvaggina uccisa.
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Taglionno, v. trans. (ind. pass. rem.) Tagliarono. In Borgo, c’è un lampione rotto. L’hanno rotto ’uelli (quelli) ’e taglionno l’ (gli) arberi.
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Taierino, s. m. Piccolo tailleur. A: Cos’ha’ (hai) ’omprato (comprato) ieri ar mercato a Pontedera? B: Du’ (due) taierini da poo (= di qualità scadente, di poco prezzo).
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T’aità? loc. T’aiuto? ti devo aiutare? E qui è necessario un piccolo racconto, così come mi è stato narrato, di un fatto accaduto il 16 febbraio 2011. Siamo in un negozio di alimentari. Una cliente, carrarina, ha difficoltà a mettere la merce acquistata nella borsa della spesa. La negoziante, premurosa offre il suo aiuto dicendo: T’aità? La cliente rimane interdetta non sapendo cosa rispondere a una domanda che non ha capito, e dice: O cos’è, cinese? E qui ho dovuto penare un bel po’ per capire i passaggi. Penso sia t’ho a aità, considerata un’ altra frase: t’a dì come stanno le ’ose? nella quale si capisce meglio t’ho a dì. Ho riportato la data perchè dimostra la vitalità del dialetto ai giorni nostri.
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Talleta, s. f. Terreno con piante giovani di castagno, ributtate. Vado a vedé nella talleta ma di siuro (sicuro) ’un è nato gnente. La macchia è sempre asciutta.
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Tallocci , s. m. pl. Butti, germogli delle piante. Da tallo = germoglio
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La Tana , lu. Località che si trova sulla destra montando la salita di Siberia.
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Tanïa, s. f. Tanica. N’ho riempita una sola di tanie, perché m’è cascato ’r (il) tappo di una, per la terra (= per terra).
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Tant’è, loc. Tanto. ’N (in) dù (duve = dove) è stato er (il) tu’ marito ch’è tant’è ch’ ’un lo vedo?
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Tant’è! loc. È lo stesso. Avrei preferito mandà uno scritto, ma tant’è! - Io nelo (glielo) dio cento vorte, ma tant’è! È lo stesso ’e dillo ar muro!
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Tant’é mia tardi! loc. Tanto non è mica tardi! ’Un c’ è probremi. Ci si por mette anco a sedé. Tant’é mia tardi!
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Tante vorte, loc. Se. Tante vorte tu ripassassi di ’ui (qui), viemm’ (vienimi) a trovà.
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Tante vorte, loc. Non si sa mai. Ma sotto ’l letto cia’ guardato? Tante vorte potrebbe esse ’ndato a finì lì!
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Tappassi, v. rifl. Coprirsi bene per il freddo. A: Óh, va’ fori? Tappati bene perché è freddo, eh! B: Si, l’ho sentito, mi son tappato bene, ’un avé paura.
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Tarpone (talpone), s. m. Ratto. Da talpa, l’accrescitivo maschile per indicare maggiore grossezza.
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Tata , s. f. Zia, o altra persona grande, nel linguaggio dei bambini.
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Tato , s. m. Zio, o altra persona grande, nel linguaggio dei bambini.
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Tazzina , s. f. Isolante in ceramica o vetro sui pali della luce.
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Te, pron. Tu. Ha’ (hai) ragione te. Sembra ’mpossibile (impossibile) ma è così! - Lo voi anco te er (il) gatto? Va bene, te lo ’ompro (compro)! - Senti, io ciò da fanne troppe, alla bolletta della luce pensaci te!
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Telà, v. intr. Andare via velocemente. T’ (tu) avessi (avesse) visto ’ome (come) telava! Sembrava pagato!
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Telèfano, s. m. Telefono. Vado alla posta. Ciò da pagà la luce e ’r (il) telèfano.
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Te lo cicchi! loc. Risposta ironica a una persona che non dà la giusta importanza a un fatto. (Come se fosse semplice come bere un cicchetto di una bevanda!) A: O questo piattino (di prastïa) chi ce l’ha messo ’ui? Sarà stato ’r vento? B: E certo, ’r vento l’ha portato ’ostì! A: E te lo cicchi te, ’r vento! Ma ’un l’ha visto ieri ’ome tirava?
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Te lo só dì! loc. Te lo farò sapere! Ora m’informo, e poi te lo so dì se mi va bene!
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Tèmpera (tempra), s. f. Disponibilità a fare una cosa. ’Un trova mai la tèmpera giusta! - Ma sta’ (stai) un po’ fermo. ’Un l’ha’ (hai) anco trovata la tèmpera giusta?
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Teppa, s. f. Persona cattiva È ’na teppa per ride! (= sul serio).
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Terre, s. f. pl. Campi. A: ’N (in) du’ (duve = dove) è tu’ pà? B: È nelle terre a ramà. - A: Che giri di mattinata? B: Eh … ora si va alle terre.
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Testa di ’azzo, loc. Testa di cazzo, persona che non capisce niente. Se’ (sei) ’na gran testa di ’azzo! A questo proposito c’è un fatterello che mi è capitato. Mi trovavo nel senese a un funerale e dopo la cerimonia, stavo aspettando delle persone per tornare a casa. Per passare il tempo mi ero messo a girovagare tra le tombe. A un certo punto la mia attenzione fu attirata da una scritta: Qui giace Menniti Azzo. E sopra c’era una foto: quella della testa di Azzo. Io se mi fossi chiamato Azzo, avrei, prima ammazzato mi pà e poi lasciato scritto nel testamento che sulla tomba non ci volevo la foto! Mio padre l’avrei, più che giustamente ammazzato, perché in Toscana a un figliolo non gli puoi mettere a nome Azzo!
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Testa di rapa, loc. Duro e cocciuto. Se’ (sei) ’na gran testa di rapa!
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Testa e lische, loc. Niente. Hanno preso tutti i presciutti e (i) salami, e quando sono rivo io, testa e lische! Il riferimento, più che palese, è al pesce.
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T’ha’ (te hai = tu hai a), v. tr. (ind. pres.) Devi. Ora è (= sono) tanti giorni ’e ti sente ’r (er = il) collo. T’ha’ ’ndà a fatti vedé!
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Ticcio, s. m. Persona tarchiata e robusta. S’era (eravamo) lì a discute, o ’un ti rivò un ticcio ’e si mise a urlà e ci toccò ’ndà via tutti!
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Tìchette , s. m. Ticket. Cfr. slang italo-americano tichetta con lo stesso bisogno di adattamento al sistema fonomorfologico dell’italiano.
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Tiglioso, agg. Filoso, fibroso. (Riferito a carne). Questo lesso è tiglioso!
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Tinozza, s. f. Recipiente in metallo o in plastica usato per contenere l’acqua ed anche per farci il bagno. E (i) panni da lavà, sono nella tinozza.
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Tipo eccisi, loc. Come se ci fosse. Buttava l’acqua dalla ’annella (cannella), tipo eccisi una perdita.
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Tippe toppe (tip top), s. m. + s. m. Adesivo per tappare una foratura nella gomma di una bicicletta.
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Tippe toppe (tip top), s. m. + s. m. Strumento formato da due piccoli rami di sambuco. A uno dei due veniva tolta l’anima (vedi) di dentro. L’altro, più piccolo, veniva inserito al posto dell’anima. Facendolo scorrere e tirandolo fuori si produceva un forte suono, come uno schiocco.
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Tirà a dilungo, loc. Non fermarsi. E quando rivi alla croce del Castellano, se vedi ’r (il) caso tinto, (brutta situazione) tira a dilungo senza vortatti ’ndietro!
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Tirà la ’oda ar cane, loc. Modo di dire in risposta a un bambino che dice d’aver fame. A: Ho fame. B: Ha’ fame? Tira la ’oda ar cane.
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Tirà l’agaiolo, loc. Morire. Che cardo (caldo) che è! O quanto dura? ’Un ci sorto mia io! C’è da tirà l’agaiolo, te lo dio io!
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Tirato, agg. Asciutto, reso secco dall’aria. Er (il) rigatino era troppo umido. A me mi piace più tirato.